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Categorie: Giurisprudenza
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10037/15, torna nuovamente a pronunciarsi sulla questione mobbing e relative responsabilità del datore di lavoro. La Suprema Corte ricollega la responsabilità del datore per i danni da mobbing arrecati ad un proprio dipendente ad una forma di responsabilità per colpa riconducibile al fatto che non erano state adottate misure volte ad eliminare il compimento delle iniziative vessatorie.
Categorie: Pubblicazioni
Ammortizzatori. Per le situazioni già autorizzate e i dipendenti già sospesi cassa fruibile anche dopo il termine del 31 dicembre. L’articolo 2, comma 70, della legge 92/12 (riforma Fornero) ha abrogato...
Categorie: Giurisprudenza
La Corte di Cassazione, con la sentenza del 16 marzo 2015, n. 5173, torna a proporre un’interpretazione, riguardante i presupposti del licenziamento per giustificato motivo oggettivo che non risulta espressamente dal dettato normativo.
Categorie: Pubblicazioni
Il caso esaminato dalla Sezione Lavoro della Corte...
Categorie: Normativa
L’art. 3, comma 1, del D.Lgs. n. 23/15 stabilisce che qualora venga accertato che non ricorrono gli estremi del licenziamento per giustificato motivo oggettivo “il giudice dichiara estinto il rapporto di lavoro alla data del licenziamento” e condanna il datore di lavoro al pagamento di un’indennità pari a 2 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto per ogni anno di anzianità aziendale, con un limite minimo di 4 mensilità e un massimo di 24 mensilità.