Aiuti-ter, stretta sulle grandi imprese l’obiettivo è difendere l’occupazione (Affari & Finanza de La Repubblica, 24 ottobre 2022 – Vittorio De Luca)

Categorie: DLP Insights, Pubblicazioni, News, Pubblicazioni | Tag: Legge di Bilancio 2022

24 Ott 2022

Anche nei suoi ultimi atti il governo uscente ha dedicato la massima attenzione alla regolamentazione del mercato del lavoro. Una scelta resa necessaria anche dell’incombente crisi economica, che rischia di mettere a dura prova il tessuto produttivo nazionale e, di conseguenza, l’occupazione. L’esecutivo è così intervenuto sulla materia prima con il decreto Aiuti (D.L. 50/2022) e successivamente con il decreto Aiuti-ter (D.L. 144/2022), che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 23 settembre, dunque due giorni prima della tornata elettorale che ha rinnovato la composizione del Parlamento.

Nel dettaglio il decreto Aiuti-ter introduce significative novità a beneficio dei lavoratori, da un lato stabilendo nuove e diverse indennità per i dipendenti, lavoratori autonomi e altre categorie di soggetti, in aggiunta a quanto previsto dal decreto Aiuti, dall’altro apportando alcuni correttivi alle norme introdotte dalla legge di Bilancio 2022 in materia di cessazione delle attività produttive di grandi aziende.

“Con la legge di Bilancio  è stata introdotta nel nostro sistema giuridico una nuova quanto articolata procedura, destinata alle imprese con almeno 250 lavoratori, avente lo scopo dichiarato di garantire la salvaguardia del tessuto occupazionale e produttivo, in forza della quale i datori di lavoro interessati hanno l’obbligo di avviare una procedura di consultazione e di presentare e discutere con le rappresentanze sindacali, le regioni interessate, il ministero del Lavoro, il ministero dello Sviluppo economico e l’Anpal un piano finalizzato a limitare le ricadute occupazionali ed economiche derivanti dalla chiusura o riduzione di attività – spiega Vittorio De Luca, managing partner dello studio De Luca & Partners – Nello specifico, la disposizione normativa stabilisce che il piano debba prevedere azioni programmate per la salvaguardia dell’occupazione, interventi per la gestione non traumatica degli esuberi (come per esempio gli ammortizzatori sociali), azioni finalizzate alla rioccupazione o all’autoimpiego ed eventuali progetti di riconversione del sito produttivo con i relativi tempi di attuazione”.

Questa procedura ha provocato non pochi problemi applicativi sia per le imprese che hanno dovuto adeguarsi alla nuova normativa, sia per le istituzioni che dovrebbero avere, nelle intenzioni del legislatore, un ruolo di primo piano nella gestione delle crisi aziendali conseguenti alla decisione di chiudere uno stabilimento, una sede o addirittura un ufficio o un reparto autonomo.

“Adesso, con l’entrata in vigore del decreto Aiuti-ter, il governo ha apportato alcuni correttivi, tutti di natura evidentemente restrittiva, ed ha introdotto una disposizione specifica che prevede la restituzione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari o vantaggi economici a carico della finanza pubblica di cui hanno beneficiato gli stabilimenti produttivi oggetto delle cessazioni o ridimensionamenti di attività”, prosegue nella sua analisi De Luca.

Fonte: Affari & Finanza

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